IL MATTINO – Piscicelli: «Racconto il sesso come un ponte verso il misticismo»

IL MATTINO – Piscicelli: «Racconto il sesso come un ponte verso il misticismo»

Maggio 27, 1999 0 Di Raffaella Ponzo

LE ANTEPRIME DEL «MATTINO».
«Il CORPO DELL’ANIMA»

di Alberto Castellano

Il ritorno di Salvatore Piscicelli dietro la macchina da presa era molto atteso: il suo ultimo film, «Baby gang», è infatti del ’92. «Il corpo dell’anima» – che «Il Mattino» presenta questa sera al Modernissimo in un’anteprima con il regista e gli interpreti Roberto Herlitzka, Raffaella Ponzo e Ennio Fantaschini – ripropone lo stile, il rigore e lo spessore intellettuale di un autore che, vent’anni fa, portò con «Immacolata e Concetta» una ventata di originalità linguistica e formale nel cinema italiano.
Scritto dallo stesso Pisciscelli in coppia con Carla Apuzzo, «Il corpo dell’anima» racconta la storia d’amore tra il ricco, raffinato vedovo ultrasessantenne Ernesto e la giovane Luana che gli fa da cameriera. Ernesto si fa travolgere da questa ragazza di periferia goffa, disarmante, ma vitale e sensuale. I due diventano amanti, ma a mano a mano che il rapporto si fa più intimo, il comportamento di lei diventa più bizzarro, sessualmente eccentrico. E la relazione si trascina tra la gelosia dell’uomo che vorrebbe avere Luana tutta per sé e la tendenza di lei a sfuggirgli. Due anni e mezzo dopo Ernesto e Luana s’incontrano per caso. Molto è cambiato nelle loro vite. Una ha costruito, l’altro si è chiuso sempre più in se stesso. Ma il ricordo del passato farà scattare la molla della commozione e del rimpianto.
Pisciscelli, un altro melò, un genere da lei molto amato.
«Il film è una storia d’amore ma anche la storia di una guarigione: il male di Ernesto si chiama aridità di sentimenti, chiusura alla vita. Per fortuna fa due incontri straordinari: un virtuale, o meglio spirituale, con Teresa d’Avila, la mistica su cui sta scrivendo un film, l’altro più terrestre con la giovane Luana, generosa e vitale, che invade e stravolge la sua vita».
Il melodramma è però filtrato dalla sua cultura cinematografica.
«Ho lavorato su un genere identificato, codificato, ma i riferimenti sono discreti, senza citazioni pedanti. La storia si apparenta ad alcuni classici del cinema e della letteratura, da ”Luci della ribalta” a ”Tristana”, da ”Senilità” a ”Lolita” e ”La noia”. È un film ricco di quelle alchimie che ricorrono nel mio cinema e rimandano ad amori impossibili, contro natura, tra persone che non dovrebbero incontrarsi e invece s’incontrano. Ci sono alchimie tra il personaggio senile e la ragazza travolgente, ma anche alchimie recitative prodotte dal confronto tra un grande attore come Roberto Herlitzka e un’esordiente come Raffaella Ponzo, una mia scoperta. E, infine, alchimie stilistiche generate dall’uso classico di carrelli e piani-sequenza e della macchina a mano».
Il sesso è uno dei motivi centrali del film. Negli ultimi tempi c’è stata un’esplosione di erotismo d’autore, sul grande schermo, da Cronenberg e Lynch, dai giovani registi francesi segnalati anche al festival di Cannes agli inglesi più trasgressivi. A che cosa l’attribuisce?
«L’erotismo è sempre stato presente nel mio cinema, del resto ho esordio con ”Immacolata e Concetta”, dove la sessualità è fondamentale. Il sesso e il possesso sono stati i motori narrativi dei miei film. In questo caso, però, il sesso è il veicolo di una maturazione spirituale, una pratica induista che continua a sorprendere noi occidentali di tradizione cristiana. Perciò ho definito il film come un melò tantrico. Quanto al boom dell’erotismo, che attira per la sua radicalità e la sua forza trasgressiva, la sessualità resta una delle cose più difficili da filmare».
Ha altri progetti in cantiere?
«Sono tornato sul set con uno spirito diverso, ho girato con una certa serenità e spero che il film la comunichi. Questa esperienza mi ha fatto ritrovare l’entusiasmo che avevo un po’ perduto. Come un bambino che scopre un meraviglioso giocattolo e non desidera perderlo, voglio approfittare di questa felice condizione interiore: sto scrivendo da solo una sceneggiatura di impianto tradizionale e prossimamente vorrei girare un film sperimentando la tecnologia digitale, lavorando prima con la telecamera e poi su pellicola. Sto anche scrivendo un altro libro, una serie di racconti».