IL MANIFESTO – Attrazione Dogma

IL MANIFESTO – Attrazione Dogma

Marzo 10, 2001 0 Di Raffaella Ponzo

INCONTRI Sul set di Salvatore Piscicelli. Con “Quartetto” sposa il manifesto danese

di SERENA PAOLINI – ROMA

Dopo Il corpo dell’anima, il film che ha interrotto un lungo silenzio dal set, Salvatore Piscicelli torna al cinema abbracciando il credo danese Dogma 95. E’ alla seconda settimana di riprese (per uscire in autunno) Quartetto, il film con cui il regista napoletano giura di aver sposato il “voto di castità” del cinema senza sprechi, essenziale: “E’ una provocazione – afferma – per tornare con autentico spirito rosselliniano a fare cinema solo con macchina da presa, occhio del regista e attore. Metaforicamente è come essere un musicista jazz che improvvisa…”.
Critico cinematografico, scrittore, regista e autore teatrale, Piscicelli è un instancabile artista alla ricerca del linguaggio giusto per raccontare le sue storie. Storie di donne, soprattutto, “perchè – dice – vivono la trasformazione del mondo moderno con maggiore intensità e trasparenza”, ma anche di problemi generazionali e del rapporto tra genitori e figli. Ama raccontare anche delle periferie e della gente che vive nei quartieri delle città, Napoli soprattutto con la quale, pur vivendo a Roma dal ’68, ha conservato un fortissimo legame.
Il suo primo lungometraggio Immacolata e Concetta del ’79 ha ottenuto importanti riconoscimenti a Locarno e Cannes. Sono seguiti Le occasioni di Rosa, Blues metropolitano, Regina e Baby gag, stesso titolo per il film e una raccolta di racconti uscita nel ’92. Per sette anni poi il silenzio, viaggi in India e dedizione alla scrittura (non infruttuosa data la pubblicazione per Mondadori del romanzo giallo La neve a Napoli del ’96): “Ho vissuto con angoscia la seconda metà degli anni Ottanta – ammette Piscicelli – non mi sentivo a mio agio nel cinema italiano”.
E’ con il film Il corpo dell’anima, che ha avuto unanime consenso della critica italiana, che è tornato ad essere regista ritrovando il piacere di fare cinema:”Il clima che si crea è assolutamente unico, dice, soprattutto per il regista. E’ un lavoro che implica uno scambio totale con gli altri: umano, sentimentale, intellettuale”. Lo stesso clima che è riuscito a ricostruire nel set di Quartetto. Il film (prodotto da Paola Ermini per Làntia cinema & audiovisivi) racconta i drammi personali e familiari di quattro ragazze ventenni, Angelica (Beatrice Fazi) e le sue tre amiche Irma (Raffaella Ponzo), Francesca (Maddalena Maggi) e Eva (Anna Ammirati). Tutte giovani attrici alle prese con la realizzazione di un film il cui titolo sarà Quartetto. Sul set tra regista e attrici, assicurano, regna la complicità totale, lo scambio gioioso di idee e qualche improvvisazione facilitata dal digitale “che aumenta le possibilità espressive di ogni autore”. Una adesione totale e provocatoria alle regole della scuola danese come quella di un altro regista italiano, Antonio Domenici, autore di Diapason.
Cinque settimane di lavorazione (costo un miliardo e mezzo) per Quartetto che ha dovuto trovare un accordo con i sindacati a causa della riduzione degli occupati e che costituisce ormai un importante precedente per il cinema italiano.
Accettando le 10 regole del Dogma, tranne l’ultima quella secondo cui il nome del regista non deve comparire, Salvatore Piscicelli sperimanta un modo di fare cinema che ridimensiona drasticamente la macchina cinema tradizionale: banditi i set e le costruzioni speciali, il suono mai prodotto a parte, la camera a mano (in formato Dv) e la luce naturale. Lo scopo supremo, giura il regista, è quello di scavare nel profondo per far emergere la realtà dai personaggi e dai luoghi. “Ma non si tratta di fare cinema verità – aggiunge – Quartetto è un film di genere che lavora con le emozioni: un mix di commedia e melodramma”. Progetti per il futuro? “Siamo nell’era del digitale, una rivoluzione epocale come il passaggio dal muto al sonoro. Ora un arista può veramente esprimere al meglio la propria creatività con il cinema che non intendo più lasciare”. Anche se nel cassetto, rivela poi, c’è un libro di racconti e un romanzo giallo.