QUARTETTO, regia di Salvatore Piscicelli

QUARTETTO, regia di Salvatore Piscicelli

Novembre 20, 2001 0 Di Raffaella Ponzo

“Non tutti hanno la fortuna di essere orfani”.

Jules Renard

2001 – QUARTETTO

regia di Salvatore Piscicelli

CAST ARTISTICO

In ordine alfabetico:

ANNA AMMIRATI – Eva

BEATRICE FAZI – Angelica

MADDALENA MAGGI – Francesca

RAFFAELLA PONZO – Irma

e con

VALERIA CAVALLI – Sofia

FRANCESCO VENDITTI – Guido

Partecipazioni amichevoli:

IDA DI BENEDETTO – Elena

ARMANDO DE RAZZA – Aldo

ROBERTO HERLITZKA – Paolo

SUSANNA MARCOMENI – Adele

CAST TECNICO

Scritto, diretto e montato da: SALVATORE PISCICELLI

Direttore della fotografia: SAVERIO GUARNA

Operatore: ANDREA LOCATELLI

Aiuto regista: ENRICO PROTTI

Scenografia e costumi: NICOLETTA TARANTA

Segretaria di edizione: ANNAMARIA LIGUORI

Suono in presa diretta: ROBERTO PETROZZI

Montaggio del suono: DOMENICO GRANATA

Foto di scena: ANGELA LO PRIORE

Direttore di produzione: ANTONIO SCHIANO

Organizzatore generale: CLAUDIO GAETA

Prodotto da PAOLA ERMINI per Làntia s.r.l.

Ufficio Stampa: ROBERTA DI NICOLA

SOGGETTO

Il film si apre, a mo’ di prologo, con una festa per il capodanno del 2001, durante la quale Angelica mette in scena un tentativo di suicidio un po’ teatrale, tagliandosi le vene dei polsi nella vasca da bagno. Successivamente, nell’arco di qualche settimana, assistiamo all’intrecciarsi delle vicende sentimentali, familiari e di lavoro di Angelica e delle sue tre amiche, tutte giovani attrici, il “quartetto” del titolo.

IL MIO PERSONAGGIO

Irma ha 25 anni e vive da sola in un monocamera. Da poco laureata in antropologia, attraversa un momento di incertezza. Le hanno appena offerto di lavorare in una soap-opera, che significa un anno di lavoro ben pagato, ma intanto ha ricevuto un invito dal Brasile per collaborare a una mostra sulla cultura amazzonica. La tentazione di mollare tutto e di andarsene è molto forte, anche perché in Brasile c’è un giovane indio… Una sera, Irma trova nella posta una lettera della madre. La ragazza non ha mai conosciuto il padre. Fino al quel momento, la madre ha sostenuto di non essere in grado di stabilirne l’identità (succede, in periodi di turbolenza sentimentale). Ora, nella lettera, essendo in procinto di convolare a nozze con quello che ritiene essere finalmente l’uomo della sua vita, la donna le rivela che il padre esiste, è un uomo di 60 anni e vive a Torino, dove insegna indologia all’università. Ma la ragazza non sa che farsene, a 25 anni, di questo padre sconosciuto. Irma è diventata molto amica di Francesca, una ragazza che vive tra Milano e Roma. Un giorno quest’ultima le rivela di essere innamorata di lei. E una notte finiscono a letto. All’incertezza sulle prospettive del lavoro si sovrappone l’incertezza sentimentale e sessuale. Intanto il padre ha scoperto il sito internet di Irma e intreccia con la figlia una corrispondenza telematica. Finché un giorno si incontrano… Per Irma arriva il momento delle decisioni, e lei decide per il Brasile…

Dichiarazione del regista Salvatore Piscicelli

Con la presente dichiaro che il film “QUARTETTO”, prodotto dalla Làntia Cinema & Audiovisivi e da me diretto, sarà realizzato secondo i criteri stabiliti dal gruppo danese Dogme 95, e cioè rispettando le norme del decalogo noto come “voto di castità” (fatta eccezione per il punto 10, che vieterebbe al regista di firmare l’opera, in quanto contrario alle vigenti leggi italiane sullo spettacolo). Accetto questi criteri nello spirito (che condivido con i cineasti danesi) di un ritorno all’essenza del cinema, vale a dire al rapporto macchina da presa (regia) – attore, attraverso un drastico ridimensionamento della macchina-cinema tradizionale; cosa che per me ha anche il valore di un ritorno a una sorta di spirito rosselliniano. Stabilire, e accettare, regole rigide può apparire arbitrario e provocatorio, e lo è per molti versi. Ma in questo caso si tratta di una scelta di leggerezza, di semplicità (o di castità, come dicono i danesi), liberamente assunta dal regista, il quale, proprio dall’accettazione di ben definiti limiti, trae la possibilità di recuperare un approccio al cinema più sperimentale, più aperto.

Salvatore Piscicelli – Roma lì 24 gennaio 2001

IL VOTO DI CASTITÀ

1. Le riprese del film vanno fatte “on location”. Costruzioni speciali e set vanno banditi. (Se una particolare costruzione è richiesta dalla storia, bisognerà trovare il luogo in cui questa costruzione si trovi).

2. Il suono non dovrà mai essere prodotto a parte rispetto alle immagini e viceversa. (La musica non va utilizzata a meno che non sia presente nel momento in cui il film viene girato)

3. La camera va tenuta a mano. Ogni movimento o arresto effettuato manualmente è permesso. (Il film non deve svolgersi nel luogo in cui si trova la camera: al contrario sono le riprese che devono essere realizzate nel luogo in cui si svolge il film)

4, Il film deve essere a colori. Non sono ammesse luci addizionali. (Se la luce è insufficiente che si tagli la scena oppure che si aggiunga una unica lampada alla camera).

5. Trucchi ottici e filtri sono proibiti.

6. Il film non deve contenere delle azioni superficiali (omicidi, armi, ecc. non sono permessi).

7. Sono proibite tutte le manipolazioni spaziali o temporali (vale a dire che il film accade “qui e ora”).

8. I film di genere non sono accettabili..

9. Il formato deve essere Academy 35mn10. Il nome del regista non deve comparire.

10. Il nome del regista non deve comparire

Giuro inoltre, in quanto regista, di astenermi da qualsiasi gusto personale! Io non sono più un artista. Giuro di astenermi dal creare un’opera, in quanto reputo l’attimo più importante del tutto. Il mio scopo supremo è quello di far venire fuori la realtà dai miei personaggi e dai luoghi. Giuro di fare tutto questo con ogni mezzo disponibile in disprezzo di qualsiasi tipo di buon gusto e altre considerazioni estetiche.