AVVENIMENTI – MONDO A DUE DIMENSIONI

AVVENIMENTI – MONDO A DUE DIMENSIONI

Maggio 23, 1999 0 Di Raffaella Ponzo

Cinema ed eros

di Callisto Cosulich

Ci fu un tempo in cui il cinema erotico suscitava polemiche e dibattiti, chiamava in causa sessuologi, libertini e “professori di virtù”, preoccupava tutori dell’ordine e amministratori della giustizia, i quali non si peritavano di provvedere a sequestri e d’impartire condanne che, se non consegnavano i malcapitati alle patrie galere, impedivano loro l’esercizio del voto. Il caso di Bernardo Bertolucci, reo di aver diretto Ultimo tango a Parigi, fu il più clamoroso. Poi, verso la fine degli anni Settanta, il problema trovò una soluzione tipicamente “all’italiana”: la giustizia finse di non accorgersi delle sale a “luci rosse”, mentre sugli altri schermi si verificò la quasi totale scomparsa dei film vietati ai minori, poiché invendibili alle reti televisive.
A mio avviso si trattò di una grave perdita. Se non altro poiché privò il cinema di una importante fonte di stimoli, di suggerimenti, di materia del narrare. A maggior ragione mi sembra giusto dare il benvenuto a un film come Il Corpo dell’Anima, partito rinunciando a priori all’audience minorile (e, quindi, al diritto d’antenna), per raccontare senza autocensurarsi, nel modo che gli sembrava più appropriato, la storia di un eccentrico rapporto sessuale tra un vecchio vedovo, votato all’inaridimento e alla solitudine, e la sua occasionale collaboratrice domestica, una ruspante ragazza di borgata, offertasi a sostituire la filippina che si era improvvisamente dimessa dal servizio. Sarà un caso, ma in un cinema italiano, di cui si lamenta, se non la banalità, la esilità dei soggetti, qui siamo di fronte invece a una vicenda forte e perfettamente sceneggiata, dove la voce off di timbro colto, intenzionalmente “scritto” (non a caso il vecchio è uno sceneggiatore “di qualità”), fa da perfetto controcanto a immagini neutre, non personalizzate; dove le scene cosiddette sexy sono accompagnate da musica “alta”. Sono tutti contrasti che fanno da intelligente cornice ai due protagonisti, interpretati da un compassato Herlitzka e da una esuberante Ponzo (debuttante che per fortuna non cerca d’imitare le attrici professioniste), che meglio non potrebbero impersonare la rispettiva diversità.
Abbiamo lasciato il cinema erotico che coniugava Georges Bataille, per cui l’erotismo era l’assenso alla vita sino alla morte. Lo ritroviamo che coniuga la trance erotica a quella mistica. Non è casuale, infatti, che lo sceneggiatore stia preparando un treatment su Santa Teresa d’Avila e, se Piscicelli ha voluto mettere in testa al film una frase di Cioran (“Tutto ciò che non si può tradurre in termini di mistica non merita di essere vissuto”), certamente non lo ha fatto per darsi importanza.

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