LIBERO – L’anima del corpo

LIBERO – L’anima del corpo

Luglio 12, 2002 0 Di Raffaella Ponzo

Sembra un personaggio uscito dalla penna di qualche scrittore; uno di quelli che le cartucce della macchina per scrivere, prima che con l’inchiostro, le carica con il fluido magico della fantasia. Raffaella Ponzo è un concentrato incantato e incantevole di dolci controsensi e decise inclinazioni.

Matteo Grandi per Libero

12 LUGLIO 2002

Attrice, antropologa, manager: i mille volti dell’affascinante Raffaella Ponzo

Sembra un personaggio uscito dalla penna di qualche scrittore; uno di quelli che le cartucce della macchina per scrivere, prima che con l’inchiostro, le carica con il fluido magico della fantasia. Raffaella Ponzo è un concentrato incantato e incantevole di dolci controsensi e decise inclinazioni. Sulla carta d’identità c’è scritto: attrice, 25 anni. Ma i documenti sono freddi, sintetici e incompleti. Lei, decisamente, no. Raffaella è bella e disinibita, eppure è una che il suo corpo lo usa con la testa e non lascia mai che ad accadere sia il contrario. Ha una voce carica di sensualità ma dal timbro ingenuo, quasi infantile, eppure è una specie di donna-manager: tanto per capirci è la persona che si è inventata e che tuttora gestisce Palcoscenico, portale dello spettacolo fra i primi d’Italia. Ha deciso di recitare e di vivere nel mondo fatato della celluloide, però la sua tesi di laurea (in sociologia con indirizzo antropologico) è andata a prepararla da sola in mezzo agli Indios, sudando, sgobbando e vivendo pericoli veri in prima persona ben lontano dalle artificiose finzioni del set. Ma quale mano guida questo composito mosaico di tasselli multiforme e multicolore? Lei prova a spiegare: «Non so neanch’io cosa sia, ma sono certa che le mie passioni, la recitazione, l’antropologia, persino internet siano unite da un filo sottile che fa da comune denominatore. Lo sento. Ma non chiedetemi di esplicitarlo perché una spiegazione razionale e logica non riesco a darla neppure a me stessa. Sono costretta ad affidarmi ai sensi». Sarà per questo che Raffaella introduce il suo divertente autoritratto nel proprio sito affidandosi alle parole di: Friedrich Nietzsche “Bisogna avere un caos dentro di sé, per generare una stella danzante”.

Ma lasciamo che sia lei a parlarci di sé. Partiamo dal cinema. I tuoi ultimi lavori? Ho finito di girare un nuovo film con Salvatore Piscicelli, che s’intitola “Quartetto“. E poi non vedo l’ora che esca “Gangs of New York” di Scorsese, nel quale ho una piccola parte. Sono la fidanzata di Henry Thomas, quello che nel 1982 impersonava il bambino amico di E.T. Posso garantirti che stare per un mese sul set con Scorsese e tutti quegli attori è stata un’esperienza indimenticabile.

Salvatore Piscicelli è invece il regista che ti ha lanciato con “Il corpo dell’anima”… Proprio così. Non avevo nessuna esperienza cinematografica. Mi presentai al provino e la cosa andò bene. Ed esordire in un film d’autore non capita tutti i giorni…

Film d’autore (per la cronaca si è aggiudicato il Premio Duel come miglior film del 1999), ma con scene molto forti. La cosa non ti ha mai creato problemi? Assolutamente no. La sceneggiatura mi era subito piaciuta, anche se avrei dovuto fare cose che non avevo mai fatto neanche nella mia vita privata. Eppure il difficile non sono state le scene di nudo o quelle “forti”, ma le scene più normali. Pensa che il ciak in cui devo stirare una camicia l’abbiamo ripetuto più di 20 volte.

Nel frattempo è nato Palcoscenico… La storia è più meno questa: nel 1999 ho comprato il mio primo computer per preparare la tesi. Appena mi sono collegata a internet la prima cosa che ho digitato in un motore di ricerca è stata Raffaella Ponzo e sono saltate fuori un sacco di mie immagini di nudo. Allora mi sono detta che avrei voluto gestire io la mia immagine su internet magari attraverso un mio sito. E che probabilmente non ero l’unica attrice a pensarla così… La genesi del portale è stata questa.

Però poi Palcoscenico si è ingrandito. E ora non solo offre agli attori la possibilità di personalizzare i propri siti, ma è divenuto un portale conosciuto e autorevole nel mondo dello spettacolo… Io sono davvero orgogliosa di tutto questo. Non mi sarei mai aspettata un simile successo. Ora c’è persino una grossa società che mi ha proposto di rilevare il 50% di Palcoscenico. Se penso che è nato tutto da una mia idea provo una grandissima soddisfazione.

E quella tesi poi l’hai finita? Certo. La mia idea di partenza era quella di mettere a confronto la realtà della foresta con quella della metropoli. Al mio professore piacque e fu così che decisi di passare un paio di mesi in Brasile in mezzo agli Indios…

Sola soletta? Certo. Ma non ho mai avuto paura. Non so, forse è incoscienza. E poi là mi sono trovata benissimo. Sono stata accolta alla grande, anche perché certe popolazioni sono abituate a vedere l’antropologo anziano che va là fa i suoi studi e poi sparisce. Credo che una ragazza giovane li abbia incuriositi. Ma sia chiaro: sono molto meno fuori dal mondo di quanto certi luoghi comuni potrebbero lasciare a intendere. Da un punto di vista tecnologico sono integratissimi, usano internet e tutto il resto…

Tanti interessi, tante passioni e tutte confortate da risultati concreti: ma da grande cosa farai? Non so. La vita è lunga e non credo che si debbano necessariamente fare le stesse cose in eterno. Vedremo…

E l’amore? Lasciamo stare. Non so stirare, non so stare dietro alla casa e nella vita domestica sono un vero disastro. Avevo un fidanzato. Ma credo che si sia spaventato a morte di fronte a queste… lacune.

In un uomo cosa ti colpisce? Molto raramente vengo colpita sul serio da un uomo. Mi deve fulminare, dev’essere una cosa travolgente, sennò non mi lascio né prendere, né trasportare.

Aspiranti principi azzurri provate a farvi sotto. Ma sappiate che rischiate di far la fine di quel tizio uscito dalla penna di William Blake, che, per la cronaca, è il poeta preferito di Raffaella: “Come fu da me lontana/ Un viandante l’accostò/ Silenzioso misterioso:/ Sospirò e la conquistò“. 12 luglio 2002

Matteo Grandi