DONNA NEWS – Donnanews.it incontra Raffaella Ponzo
Tempo libero: Cinema
Non lasciatevi ingannare dal fascino prepotente di Raffaella Ponzo e dalla sua sensualità solare: oltre all’attrice, al corpo, alla donna c’è qualcos’altro. Uno spirito indipendente che ha trovato nella recitazione la sua strada per conoscere il mondo, diventando autore di una falsificazione e di una menzogna vecchia quanto l’umanità stessa: la recitazione. Chi, infatti, vedendo il film che l’ ha rivelata al grande pubblico ovvero “Il corpo dell’anima” di Salvatore Piscicelli, ha pensato di trovarsi dinanzi ad una ragazza simile al suo ruolo, trovata con “ingenuità neorealista” sulla strada si sbagliava di grosso. Raffaella ha vinto un provino fatto insieme a 400 altre ragazze. Con l’unica differenza che la cameriera quasi ninfomane di un vecchio intellettuale che con lui costruisce un rapporto fortemente influenzato dalla “Lolita” di Nabokov è, in realtà, un’antropologa con – nel suo curriculum – addirittura molti mesi di ricerca sul campo. Miracolo del cinema? Sì, certamente, ma anche colpa di un pregiudizio secondo cui un’antropologa non possa avere anche un fisico da pin up. Per parlare di lei, del cinema e del mese di lavoro con Martin Scorsese sul set di “Gangs of New York”, Donnanews.it ha intervistato Raffaella Ponzo in un freddo pomeriggio di un inverno arrivato improvvisamente.
Come è stata l’atmosfera sul set?
L’ambiente era molto interessante e “calda”. Ero presente in due scene molto interessanti, una ambientata in una taverna e l’altra in una pagoda – fumeria d’oppio. Le scenografie di Dante Ferretti erano davvero straordinarie. Sono rimasta molto colpita dalla sensualità e dalla bellezza di Daniel Day Lewis. La sua recitazione ha qualcosa di magnetico. Ogni frase che pronuncia ha la dignità di un testo teatrale e ti fa sentire – per forza di cose – parte di un auditorio.
Dicono che abbia un pessimo carattere…
Io – in base alla mia esperienza – posso solo dire che è una persona molto carina, a differenza di Leonardo Di Caprio che mi è sembrato ancora un bambino un po’ viziato. Con Daniel Day Lewis, Henry Thomas e Gary Lewis (il padre del bambino in “Billy Elliott”) mi sono trovata molto bene. In particolare ricordo che Day Lewis ha portato personalmente il tè caldo ad una comparsa un po’anziana, un vecchietto…
Venendo a lei come attrice: nel suo prossimo film, che segna il debutto alla regia dello sceneggiatore Graziano Misuraca, finalmente interpreta se stessa ovvero una scienziata che studia gli sciamani…
Odio le definizioni e le classificazioni: non mi piace pensare il mondo diviso in belli e brutti, intelligenti e scemi, belli, ma scemi, brutti, però, intelligenti e magari perfino colti. Ciascuno di noi ha varie identità. Io sono un’attrice, un’antropologa e tante altre cose che mi capiteranno. Noi siamo “moltitudini”. Dopo “Il corpo dell’anima”, molti addetti ai lavori pensavano che io fossi una ragazza come il mio personaggio. Senza accorgersi che quello che avevano visto nel film poteva sembrare naturale, ma era frutto di un intenso lavoro di costruzione.
Le dispiace molto?
Non mi dispiace, né mi fa arrabbiare. E’ un qualcosa che mi ha creato dei problemi a livello lavorativo dato che mi sono state offerte diverse sceneggiature a carattere semi-porno. Non sono rimasta scandalizzata, ma solo un po’ delusa… io non voglio fare per forza l’attrice, ma desidero lavorare a cose che mi interessano e mi piacciano.
Perché ha iniziato a recitare?
Sono cresciuta sola con mia madre e mio nonno. Non ho mai conosciuto mio padre. Fino a dieci anni non parlavo. Ero molto timida, e per fare le interrogazioni rispondevo in forma scritta. A quindici anni, con il mio corpo che cambiava, l’attenzione dei ragazzi, il modo con cui mi guardavano, ha fatto sì che mi lasciassi un po’ di timidezza alle spalle. In seguito ho iniziato a fare la modella per un mio amico fotografo e sono approdata ai fotoromanzi. Nel frattempo studiavo e di dedicavo molto anche a cose un po’ “artistiche” come Internet e altre attività un po’ solitarie. Tutto questo veniva bilanciato da una forma personalissima di narcisismo, al limite dell’esibizionismo…è così che attraverso piccoli ruoli sono arrivata al provino con Piscicelli.
Tutto sembra molto “naturale” per lei…
Credo che questa sia l’unica maniera in cui le cose debbano essere. Anche perché sono molto pigra. Questo non significa che non mi impegni per il mio lavoro, anzi. Niente scende dal cielo…
Semplicemente il mio personalissimo fatalismo mi impedisce di dannarmi l’anima…
RAFFAELLA PONZO IN ‘GANGS OF NEW YORK’
Raffaella nel film di Scorsese è la girlfriend di Henry Thomas (Johnny Sirocco nel film) l’attore che da bambino e’ stato il protagonista di “ET”. Johnny nel film è l’antagonista di Di Caprio (Amsterdam Vallon).
Raffaella e’ stata un mese sul set su circa nove di riprese totali.
Nel cast ufficiale c’e’ solo un’altra italiana: Ilaria D’Elia.
Raffaella sostiene che lavorare con Scorsese è stato magico, ma anche divertente, interessante e a volte deprimente….
Durante il mese di lavorazione ha assistito a molte cose interessanti, i capricci di Di Caprio, la bravura di Daniel Day Lewis, i tic di Scorsese, la mescolanza di mostri sacri e comparse di Cinecittà…
Marco Spagnoli